Social Network: Se avessi saputo…

Quando negli anni ’80 ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’informatica, affascinato dalle potenzialità di questa nuova tecnologia, mai avrei immaginato che sarebbe stata utilizzata per creare gli attuali social network. Chi mi conosce sa che scherzosamente (ma non troppo), spesso ripeto: “Se anche solo avessi immaginato che l’informatica sarebbe stata usata per gli attuali social network avrei scientemente studiato psichiatria“.

Il panorama digitale

Oggi, guardando al panorama digitale, mi rendo conto di quanto sia importante comprendere le dinamiche psicologiche che si celano dietro l’uso dei social media. La dipendenza, l’ansia, la depressione, il cyberbullismo sono solo alcune delle problematiche che emergono con sempre maggiore frequenza.

I social network sono progettati per essere coinvolgenti, sfruttando meccanismi di gratificazione istantanea che stimolano il rilascio di dopamina nel cervello. Like, commenti e condivisioni diventano una vera e propria droga, alimentando un loop di feedback che può portare alla dipendenza.

Il cyberbullismo e l’hate speech dilagano, amplificati dalla velocità e dall’anonimato che la rete offre. Insulti, minacce e aggressioni verbali si moltiplicano, lasciando ferite profonde nella psiche delle vittime.

La costante esposizione a vite idealizzate, filtrate e modificate ad arte, innesca meccanismi di confronto sociale che possono minare l’autostima e la percezione di sé. Ci si sente inadeguati, incapaci di raggiungere gli standard di perfezione proposti dal mondo virtuale.

L’importanza di comprendere l’algoritmo

Gli algoritmi che governano i social media contribuiscono a creare “bolle di filtraggio“, isolando gli utenti in “camere di risonanza” dove vengono esposti solo a informazioni e opinioni che confermano le loro convinzioni. Questo fenomeno alimenta la polarizzazione e rende difficile il dialogo costruttivo.

Infine, i social network possono essere utilizzati per diffondere fake news e manipolare l’opinione pubblica, mettendo a rischio la democrazia e la coesione sociale.

È fondamentale promuovere un uso più consapevole e critico dei social network, a partire dall’educazione digitale ed alla alfabetizzazione mediatica. Bisogna insegnare ai giovani a distinguere tra realtà e rappresentazione, a sviluppare un pensiero critico e a proteggere la propria privacy.

Il mio impegno

Concludendo questo excursus nel complesso mondo dei social network, mi trovo a riflettere su un paradosso: da informatico, ho seguito dalla nascita gli strumenti che oggi permettono la creazione di queste piattaforme, ma al tempo stesso, da persona consapevole dei loro rischi, ho sempre mantenuto una certa distanza.

Tuttavia, negli ultimi tempi, ho maturato la convinzione che non posso più rimanere in disparte. Credo sia giunto il momento di mettere a frutto la mia esperienza e le mie competenze, non solo attraverso il lavoro “sul campo”, ma anche attraverso una maggiore presenza nel dibattito pubblico.

È tempo di far sentire la voce dell’esperienza, della competenza e della passione per la tecnologia. È tempo di stimolare il pensiero critico e di contribuire a costruire un futuro digitale più sano e responsabile. Non sarà facile, lo so. Dovrò imparare a destreggiarmi in un mondo che non mi è del tutto congeniale, a confrontarmi con linguaggi e dinamiche a volte superficiali e autoreferenziali. Ma sono convinto che ne valga la pena.

La transizione digitale ha bisogno di professionisti che sappiano non solo fare, ma anche comunicare, condividere, ispirare. E io, con il mio ego “strabordante” e la mia passione per la tecnologia, sono pronto a fare la mia parte. 🙂